Buon compleanno School of Art: il presidente Francesco Longhi racconta i primi 10 anni dell’associazione
School of Art A.S.D. è in costante crescita e piano piano si avvicina al periodo dell’adolescenza. Il 2019 infatti, festeggiamo il 10° compleanno dell’associazione, e per farlo abbiamo deciso di intervistare una delle persone senza le quali questo progetto non avrebbe mai visto la luce. Anche se non lo si vede così spesso per via dei molti e diversi impegni, l’anima dell’organizzazione di School of Art è lui: Avv. Francesco Longhi, 46 anni, titolare presso lo Studio Legale Longhi Zampieri, musicista (chitarrista) e presidente di School of Art.
Il 2019 sarà l’anno del 10° compleanno di School of Art. Ci racconti da cosa è iniziato questo progetto?
Il progetto School of Art è nato da un’idea di Andrea Quaglio, uno dei fondatori dell’Associazione, che aveva pensato ad una struttura in grado di promuovere una didattica musicale di qualità nell’est veronese che potesse andare oltre gli schemi sino ad allora seguiti in quest’area.
Sappiamo che sei un chitarrista. Perché la danza, il fitness e le arti marziali?

Avv. Francesco Longhi, presidente di School of Art A.S.D., durante un’esibizione live
Intanto grazie, sì la chitarra è stata una grande passione per me e forse anche qualcosina di più almeno fino a quando l’avvocatura mi ha definitivamente arruolato tra le sue fila.
In effetti l’allargamento della prospettiva dell’Associazione verso le dimensioni sportive è stata, almeno in parte, opera mia. L’idea iniziale, in qualche modo connessa alla promozione della didattica artistica tout court, si è evoluta in funzione delle richieste degli associati, sino a ricomprendere la dimensione sportiva e il settore vertical (pole dance e cerchio aereo).
Difficile spiegare le motivazioni. Credo che in qualche modo gli associati abbiano percepito la possibilità di portare lo stile School of Art, quello che chiamiamo family style, in altri territori. Questa sensazione, e la constatazione di essere per molti aspetti intimamente differenti da altre associazioni, ci ha entusiasmato e ci stimola tuttora. Di lì sono venute una serie di scelte che hanno progressivamente prodotto la moltiplicazione dei settori e l’arricchimento delle attività proposte. Oggi ci chiediamo sempre meno di frequente il perché di ciò che facciamo, e sempre più spesso il “perché no?”
Didattica artistica e cultura, in questi anni che considerazioni hai fatto rispetto al territorio veronese?
Verona, e soprattutto la provincia veronese, è cambiata negli anni: per alcuni versi è cresciuta per altri si è impoverita. Oggi l’area offre possibilità inedite sebbene la cultura non abbia ancora occupato quel ruolo centrale nella crescita dell’individuo che personalmente ritengo dovrebbe avere.
Per quanto concerne la didattica credo il gap sia senz’altro nazionale. L’insegnamento delle arti sembra cristallizzato in schemi ormai datati che vorrebbero e potrebbero essere la premessa per una formazione di qualità, ma che non consentono di acquisire una professionalità spendibile.
Anche localmente ci sono diverse eccellenze, che tendono però ad essere isolate, focalizzate sui loro obiettivi e relativamente disponibili al confronto e al dialogo con realtà analoghe istituzionali e non. In questo senso mancano strumenti di raccordo oltre alla necessaria formazione per comprendere l’importanza delle reti tra soggetti che a più livelli operano nel panorama artistico e culturale.
Certo occuparsi di didattica significa divenire un motore sociale di non trascurabile rilevanza e lì i fondamentali servono tutti. In questo senso, parte fondante del progetto School of Art è la performance dal vivo, nella convinzione che solo il confronto con il palcoscenico possa consentire una piena maturazione artistica.
Quali sono le idee ed i progetti di School of Art per il futuro?

Il presidente di School of Art A.S.D. Avv. Francesco Longhi insieme a lo staff del settore della danza classica e contemporanea.
Le idee sono numerose, ma nel breve ci siamo ripromessi di focalizzare la nostra attenzione sulla struttura e sull’organizzazione di School of Art, puntando sempre più sulla qualità di ciò che facciamo. Il progetto associativo tende infatti ad essere totalizzante ed in vertiginosa espansione, cosa che non sempre consente una gestione immediata. Sicuramente School of Art svilupperà e migliorerà gli spazi ed i progetti in essere assecondandone la crescita.
Detto questo, cercheremo di promuovere sempre più le esibizioni dal vivo dei nostri artisti (vera palestra di vita) oltre alla pratica sportiva dei nostri atleti. Le novità non mancheranno comunque, sia per l’inverno ormai alle porte sia per le stagioni più calde.
Quali sono le soddisfazioni e delusioni più grandi che questo progetto ti ha dato in questi anni?
Beh diciamo che School of Art per molti è diventata una famiglia, una casa e talvolta persino un rifugio. Questo senz’altro mi entusiasma e offre sempre nuove motivazioni.
Delusioni poche per la verità, legate perlopiù ad occasioni perse o che avremmo potuto coltivare diversamente. Il progetto School of Art ha dato e dà molto, che possa rimanere il presente di tutti non è verosimile.
Negli anni ho imparato ad essere indulgente con il mio prossimo e qualche volta riesco ad esserlo anche con me stesso.
Come immaginavi sarebbe diventata School of Art a distanza di 10 anni dalla sua nascita?
Speravo in un progetto di qualità, focalizzato sulla didattica, ma lo immaginavo di una portata più limitata e sicuramente circoscritto alla sede di Colognola ai Colli – Soave.
Cosa pensi che l’esperienza School of Art possa dare?
Vorrei desse a tutti entusiasmo, che insegnasse il piacere del bello e l’amore per una disincantata sperimentazione, non è forse questo la vita?

L’avvocato Francesco Longhi nel suo studio legale “Longhi-Zampieri”