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Non basta uno scatto per essere un vero fotografo – Mauro Magagna

Non basta uno scatto per essere un vero fotografo – Mauro Magagna

Riprendiamo un articolo riguardante il nostro docente di Fotografia e Fotoritocco Mauro Magagna, redatto sabato 2 dicembre 2017 dal settimanale San Bonifacio Week.

“Una foto vale quanto viene pagata”, sosteneva lo storico fotografo Ando Gilardi.
Nell’epoca del digitale, della riproduzione immediata e a portata di tutti, può sembrare un’affermazione esagerata, quasi estrema. Basta però una lunga chiacchierata con un fotografo professionista, dalla trentennale esperienza tra pellicole e obiettivi, per comprendere quanto sia veritiera. «Solo così ci si distingue tra dilettanti e professionisti. È inutile illudersi di essere tutti fotografi, magari solo perché si possiede una macchina costosa o perché si ha dimestichezza con lo smartphone», afferma Mauro Magagna, forte di una lunga carriera che spazia dalla natura alla pubblicità, dall’arrampicata ai corsi.

Io ho cominciato proprio così: mio zio mi aveva prestato una vecchia macchina fotografica con cui mi divertivo a immortalare i miei compagni di scuola durante le gite. Con foto che poi vendevo

rivela Magagna, che negli anni decide di lasciare il lavoro di rappresentante per fare della sua passione il suo impiego principale.

Mauro Magagna fotografo

Dal Sudafrica alla pubblicità, Mauro Magagna ha trasformato la passione per la fotografia nella professione della vita

«Inizialmente mi sono dedicato alla fotografia di natura: ho viaggiato in tutto il mondo, dal Canada ai parchi africani, riuscendo a pubblicare le mie foto in prestigiose riviste come Airone e Gulliver». Sebbene nel tempo abbia dovuto abbandonare l’editoria (“I soldi scarseggiano sempre e ormai c’è una concorrenza incredibile di chi accetta di lavorare gratis”) per lanciarsi nello sconfinato campo, diverso ma ugualmente stimolante della fotografia pubblicitaria, Mauro Magagna non ha accantonato l’amore per i viaggi e soprattutto per le balene, splendidi animali che ha rincorso dalle baie del Sudafrica alle acque del Massachusetts e che non vede l’ora di ritrarre nella cristallina della Polinesia. Ma non solo: anche una città frenetica come New York continua a regalargli emozioni: “Nel 1998 avevo scattato una foto delle Torri Gemelle dall’Empire State Building. Quest’anno mi sono ritrovato a Manhattan il giorno dell’anniversario dell’11 settembre: fermare con un’immagine i fari che replicano le Twin Towers dal fiume Hudson e dall’Empire mi ha davvero scosso”, confessa Mauro.

In un’epoca in cui basta un account Instagram e qualche migliaia di follower per essere considerato un influencer ricercato dai brand più famosi, come (soprav)vive un fotografo fedele e innamorato della professione? “Agli studenti che frequentano i miei corsi ricordo sempre che io faccio foto per tre destinatari”, spiega Magagna – “Per i clienti, e quindi con una creatività talvolta imbrigliata in standard precostituiti; per gli altri, perché, come tutti i fotografi, sono un po’ presuntuoso e so riconoscere quali scatti piacciono al pubblico; e poi per me: queste sono le fotografie che mi danno più soddisfazione e mi emozionano. Anche se non sempre vengono capite”.

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